Immaginate di dover fermare completamente la vostra linea produttiva per settimane a causa di un attacco informatico. Un vero e proprio incubo, che è diventato realtà per molte aziende: nel 2024, per esempio, il settore manifatturiero è stato il più colpito da attacchi cyber, rappresentando il 26% degli incidenti globali. Con un costo medio per violazione che ha raggiunto i 5,56 milioni di dollari, le conseguenze sono state devastanti non solo dal punto di vista finanziario, ma anche operativo.
Dai dati emerge che il vero punto debole della sicurezza OT è la gestione degli accessi privilegiati: secondo recenti studi, il 45% degli attacchi alla sicurezza industriale deriva proprio dallo sfruttamento di credenziali compromesse.
Ecco allora che entra in gioco il PAM (Privileged Access Management), componente cruciale per proteggere le infrastrutture industriali moderne.
La convergenza IT/OT: un’arma a doppio taglio
La digitalizzazione del settore manifatturiero ha rivoluzionato i processi produttivi, portando automazione e maggiore efficienza. Tuttavia, questa trasformazione ha anche creato nuove vulnerabilità critiche tra cui:
- Sistemi OT interconnessi con reti IT esterne
- Dispositivi legacy privi di protezioni moderne
- Crescente complessità nella gestione degli accessi
- Aumento della superficie di attacco
- Difficoltà nel monitoraggio delle attività
Sempre più di frequente si segnalano attacchi informatici con impatti diretti sulle infrastrutture OT, in grado di causare fermi impianto e gravi interruzioni operative. Questi episodi sottolineano l’urgenza di adottare soluzioni di sicurezza OT avanzate e integrate, in particolare per la gestione degli accessi privilegiati, al fine di preservare la continuità produttiva.
PAM: il guardiano degli accessi critici
In questo contesto, il Privileged Access Management assume un ruolo fondamentale negli ambienti OT per diverse ragioni critiche:
- Controllo degli accessi esterni
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- Gestione centralizzata degli accessi per manutentori e fornitori
- Monitoraggio in tempo reale delle attività privilegiate
- Revoca immediata degli accessi non più necessari
- Abilitazione dell’autenticazione multifattore (MFA)
- Prevenzione degli errori umani
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- Implementazione del principio del minimo privilegio
- Workflow di approvazione per azioni critiche
- Registrazione dettagliata delle attività svolte
- Automazione e monitoraggio
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- Rotazione automatica delle password privilegiate
- Alert in tempo reale per comportamenti anomali
- Analisi proattiva dei pattern di accesso
- Compliance e audit
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- Tracciamento completo delle attività privilegiate
- Reportistica dettagliata per audit di sicurezza
- Conformità automatica agli standard di settore
Best practice mirate per la sicurezza OT
Implementare il PAM in un ambiente industriale richiede un approccio metodico ma flessibile, capace di adattarsi alle specificità di ogni realtà produttiva. La nostra esperienza sul campo ci ha permesso di identificare quattro pratiche fondamentali che, se correttamente implementate, possono fare la differenza nella protezione degli asset industriali.
Mappatura intelligente degli asset critici
Il primo passo, apparentemente scontato ma spesso sottovalutato, è una mappatura completa e ragionata di tutti i sistemi che necessitano di accessi privilegiati. Non si tratta di un semplice inventario: occorre comprendere le interconnessioni tra i vari sistemi, il loro ruolo nel processo produttivo e, soprattutto, l’impatto che un loro eventuale compromesso potrebbe avere sull’operatività aziendale.
Per esempio, un PLC che controlla una fase critica della produzione richiederà policy di accesso molto più stringenti rispetto a un sensore di temperatura non direttamente coinvolto nel processo principale. Questa classificazione permette di allocare le risorse di sicurezza in modo efficiente, concentrandosi sugli elementi davvero critici per il business.
Segmentazione strategica IT/OT
La separazione tra ambiente IT e OT non deve essere vista come un semplice “muro divisorio”, ma come un’opportunità per creare zone di sicurezza ben definite e gestibili. Immaginate di costruire una serie di “camere stagne”: se una zona viene compromessa, le altre rimangono protette e operative.
Questa segmentazione deve essere implementata sia a livello di rete che di processi operativi. Per esempio, i sistemi di controllo della produzione potrebbero essere collocati in una zona ad alta sicurezza, accessibile solo attraverso gateway dedicati e con protocolli di autenticazione rafforzati. Al contempo, i sistemi di reportistica potrebbero risiedere in una zona “intermedia”, con requisiti di sicurezza calibrati sul loro effettivo livello di criticità.
Zero Trust: dalla teoria alla pratica
L’approccio Zero Trust va oltre il semplice “non fidarsi di nessuno”. Nel contesto OT, significa implementare un sistema di verifica continua che si adatta dinamicamente al contesto operativo. Ogni richiesta di accesso viene valutata non solo in base all’identità dell’utente, ma anche considerando fattori come:
- Il momento della richiesta (è un orario normale di manutenzione?)
- La posizione dell’accesso (proviene da una rete conosciuta?)
- Il tipo di operazione richiesta (è coerente con il ruolo dell’utente?)
- Lo stato del sistema target (è in produzione o in manutenzione?)
Questo approccio dinamico permette di mantenere un elevato livello di sicurezza senza compromettere l’operatività quotidiana.
Formazione continua e consapevolezza
La formazione del personale OT rappresenta l’ultimo tassello, ma non per importanza, di una strategia PAM efficace. Non si tratta solo di insegnare procedure e protocolli, ma di costruire una vera cultura della sicurezza.
Il nostro approccio prevede:
- Workshop pratici basati su scenari reali
- Simulazioni di attacchi e procedure di risposta
- Aggiornamenti regolari sulle nuove minacce
- Condivisione di “lesson learned” da incidenti reali nel settore
È fondamentale che gli operatori comprendano non solo il “come” ma anche il “perché” delle misure di sicurezza. Un operatore consapevole diventa parte attiva della sicurezza aziendale, capace di identificare e segnalare potenziali problemi prima che questi si trasformino in incidenti.
Benefici tangibili per il business
L’integrazione di una soluzione PAM nell’infrastruttura OT non è solo una questione di sicurezza, ma porta con sé vantaggi concreti che impattano direttamente sul business.
In primo luogo, la protezione operativa viene notevolmente potenziata: le statistiche mostrano una riduzione del rischio di compromissione degli accessi privilegiati, mentre i tempi di risposta agli incidenti si riducono drasticamente. Questo si traduce in una maggiore resilienza dell’infrastruttura, specialmente contro le sempre più frequenti minacce ransomware.
Sul fronte dell’efficienza operativa, l’automazione dei processi di gestione degli accessi ha permesso di ridurre i tempi di provisioning. Non solo: l’eliminazione degli accessi account utente inattivi e la razionalizzazione delle procedure hanno liberato risorse preziose, permettendo ai team IT e OT di concentrarsi su attività a maggior valore aggiunto.
Infine, ma non meno importante, l’implementazione del PAM semplifica notevolmente la conformità normativa. L’allineamento automatico agli standard di settore come IEC 62443 e alla direttiva NIS2 diventa più gestibile, mentre gli audit di sicurezza si trasformano da fonte di stress a routine ordinaria. Questo si traduce in un ROI misurabile, sia in termini di riduzione dei costi operativi che di minimizzazione del rischio di costosi fermi produttivi.
L’approccio Key Partner: esperienza che fa la differenza
In Key Partner abbiamo sviluppato un approccio distintivo alla sicurezza OT, che combina competenza tecnica e comprensione profonda delle esigenze operative industriali.
La nostra metodologia si basa su tre elementi chiave:
- Consulenza strategica: Affianchiamo i clienti partendo da un’analisi approfondita del contesto operativo, mappando processi critici e identificando le aree di rischio. Questo ci permette di sviluppare strategie di protezione su misura, perfettamente integrate con i processi produttivi esistenti.
- Implementazione pragmatica: La nostra esperienza cross-domain IT/OT ci consente di implementare soluzioni PAM che si integrano naturalmente con le architetture esistenti, minimizzando l’impatto sulle operazioni. Privilegiamo un approccio graduale e sostenibile, che garantisce risultati concreti fin dalle prime fasi del progetto.
- Supporto evolutivo: Non ci limitiamo all’implementazione tecnica: accompagniamo i nostri clienti in un percorso di crescita continua, attraverso formazione specializzata, monitoraggio proattivo e aggiornamenti regolari delle soluzioni implementate.
Questo approccio integrato ci permette di trasformare la sicurezza OT da centro di costo a abilitatore strategico per la continuità operativa e la competitività aziendale.
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