La sicurezza informatica si sta evolvendo verso un nuovo paradigma, dove il tradizionale approccio basato sul solo controllo del perimetro non è più sufficiente. Con l’affermarsi del lavoro da remoto e la crescente sofisticatezza delle minacce informatiche, diventa fondamentale adottare una strategia di sicurezza più capillare e rigorosa.
Se, infatti, prima bastava perimetrare le zone d’azione e gli accessi alla rete aziendale, adesso è necessario verificare costantemente l’identità di ogni persona o dispositivo che vi si muove dentro. Questo è il principio dello Zero Trust, una strategia di protezione della rete innovativa secondo cui niente e nessuno può essere considerato attendibile all’interno del sistema.
È qui che entra in gioco l’Identity and Access Management (IAM), componente essenziale per implementare efficacemente un modello Zero Trust. L’IAM, infatti, costituisce il framework attraverso cui gestire e controllare gli accessi alle risorse aziendali, garantendo che ogni richiesta sia adeguatamente verificata e autorizzata.
Cos’è il modello Zero Trust?
Il modello Zero Trust rivoluziona la cybersecurity abbandonando l’idea che l’interno della rete sia sicuro. In questo paradigma, ogni utente, dispositivo e applicazione è potenzialmente una minaccia, anche se già dentro il sistema. È un approccio costruito intorno a tre concetti fondamentali:
- Verifica continua: ogni accesso alle risorse aziendali richiede un’autenticazione, sempre. Non esistono “zone franche” o accessi privilegiati permanenti.
- Privilegi minimi: gli utenti ricevono esclusivamente i permessi necessari per svolgere le loro attività specifiche. Questi permessi vengono costantemente rivalutati e possono essere revocati in qualsiasi momento.
- Presunzione di compromissione: il sistema opera presumendo che la rete possa essere già compromessa. Questo porta a una segmentazione più accurata e a controlli più frequenti.
L’approccio Zero Trust non è una tecnologia né una soluzione unica, ma un cambiamento radicale di prospettiva. Si traduce in una strategia integrata che attraversa tutti i livelli dell’infrastruttura IT: identità, accessi, dispositivi, applicazioni, dati e processi. L’obiettivo è costruire un ambiente in cui la fiducia non è mai implicita, ma sempre guadagnata e verificata. Solo così è possibile garantire sicurezza, controllo e resilienza in un ecosistema digitale sempre più distribuito, complesso e dinamico.
Il ruolo dell’IAM nel modello Zero Trust
Implementare Zero Trust è impensabile senza una solida base di IAM security. Il sistema IAM, in primo luogo, controlla “chi può entrare” e diventa una sentinella costante, capace di verificare in tempo reale chi accede a cosa, come, da dove e con quale dispositivo. E lo fa in ogni fase della sessione, non limitandosi al primo accesso.
Ciò permette alle aziende di creare politiche di accesso dinamiche, monitorare e analizzare i comportamenti degli utenti, oltre a revocare automaticamente i privilegi in caso di anomalie.
Funzionalità chiave dell’IAM per Zero Trust
Per supportare efficacemente un’architettura Zero Trust, un sistema IAM moderno deve includere alcune funzionalità strategiche:
- Autenticazione a più fattori (MFA)
Deve poter garantire protezione avanzata applicando più livelli di verifica dell’identità. La combinazione di fattori (es. password + OTP o biometria) riduce drasticamente il rischio di accessi non autorizzati, anche in caso di credenziali compromesse.
- Controllo degli accessi basata sui ruoli (RBAC)
Assegna i permessi in base al ruolo dell’utente, non alla sua identità individuale. Questo approccio permette una gestione più scalabile e coerente, specialmente in ambienti complessi o distribuiti.
- Accesso condizionale
Introduce regole dinamiche di accesso basate su contesto e comportamento: dispositivo, posizione, orario, stato di sicurezza dell’endpoint o pattern di utilizzo. È il primo passo verso una sicurezza adattiva e contestuale.
- Riconciliazione e ricertificazione
La riconciliazione confronta lo stato reale degli accessi nei sistemi con quanto definito nel sistema IAM, rilevando anomalie come account orfani o privilegi eccessivi. La ricertificazione (o access review) prevede una revisione periodica degli accessi da parte dei manager o dei responsabili applicativi, per validare o revocare i privilegi concessi. Insieme, questi processi garantiscono che ogni utente mantenga solo gli accessi giustificati e aggiornati, contribuendo alla minimizzazione della superficie di attacco.
- Risk based Auth
Lo IAM moderno deve attivare controlli adattivi che valutano il rischio di ogni accesso in tempo reale. In base a fattori come anomalia nel comportamento, provenienza insolita o dispositivo non conforme, il sistema può inasprire l’autenticazione (richiedendo MFA aggiuntiva), negare l’accesso o segnalare l’evento. Questo approccio contestuale e dinamico è essenziale per applicare il principio Zero Trust: fiducia mai automatica, sempre verificata.
Tutte queste caratteristiche contribuiscono a rafforzare la identity management e a renderla un punto di forza in una strategia efficace di sicurezza informatica.
Come abilitare il modello Zero Trust attraverso lo IAM
Implementare il paradigma Zero Trust non significa solo adottare nuovi strumenti tecnologici, ma richiede un cambiamento di approccio nella gestione di identità, accessi e privilegi. In questo contesto, un sistema IAM moderno diventa l’abilitatore centrale per costruire un modello Zero Trust efficace.
Ecco i passaggi fondamentali per attuare una strategia IAM allineata a Zero Trust:
- Valutazione dell’ambiente IT
È essenziale partire da una mappatura completa delle risorse, degli utenti, delle applicazioni e dei flussi di accesso. Comprendere dove risiedono le vulnerabilità e quali sono i punti critici consente di stabilire priorità d’intervento e definire il perimetro di controllo. - Definizione delle policy di accesso
Le policy devono essere costruite attorno a tre principi chiave: least privilege, autenticazione forte (MFA) e accesso condizionale. Nessuna identità deve avere accessi permanenti o privilegi superiori a quelli strettamente necessari. Ogni richiesta deve essere valutata in base al contesto. - Integrazione delle tecnologie IAM
Adottare piattaforme IAM moderne consente di gestire in modo centralizzato le identità e gli accessi, riducendo il rischio operativo e aumentando la scalabilità. Un elemento chiave è il supporto a standard aperti come SCIM (System for Cross-domain Identity Management), che abilita l’automazione del provisioning e deprovisioning tra diversi sistemi e applicazioni. Questo garantisce coerenza, interoperabilità e rapidità nella gestione del ciclo di vita delle identità.
- Monitoraggio continuo
Per essere realmente Zero Trust, lo IAM deve includere capacità di monitoraggio continuo del comportamento degli utenti e degli accessi. Attraverso strumenti di machine learning (es. anomaly detection), combinati con meccanismi di autenticazione adattiva basata sul rischio, il sistema può:
- riconoscere attività sospette (es. accesso da un nuovo paese o dispositivo);
- aumentare dinamicamente il livello di autenticazione richiesto;
- attivare azioni di risposta automatizzate, come il blocco temporaneo dell’account o la richiesta di MFA rafforzata.
Questo consente di passare da un approccio reattivo a uno proattivo, che evolve in tempo reale in funzione del rischio e del contesto.
Vantaggi dell’integrazione IAM-Zero Trust
L’adozione congiunta di IAM e Zero Trust offre vantaggi strategici significativi per le organizzazioni, come quelli di:
- Mitigare i rischi: concedendo l’accesso alle risorse sensibili solo a utenti autenticati e autorizzati, riduce drasticamente la superficie d’attacco e le potenziali vulnerabilità.
- Semplificare la conformità normativa:il monitoraggio continuo e la tracciabilità granulare degli accessi facilitano il rispetto di normative come GDPR, ISO 27001 o NIS2, semplificando i processi di audit e reporting.
- Ottimizzare l’efficienza operativa: l’automazione dei processi di onboarding, gestione dei permessi e monitoraggio non solo alleggerisce il carico di lavoro del team IT, ma accelera anche i flussi operativi aziendali, migliorando la produttività complessiva.
Come prepararsi al futuro della sicurezza con IAM e Zero Trust
Viviamo in un’epoca in cui il perimetro di rete è fluido, le identità online sono attive ovunque e le minacce sono in continua evoluzione. In questo scenario, IAM e cybersecurity non possono più essere considerati elementi separati. Il modello Zero Trust, infatti, abilitato da una strategia IAM solida, rappresenta a tutti gli effetti la risposta moderna ai rischi digitali.
Scegliere di adottare delle soluzioni IAM può aiutare le aziende a prepararsi in vista di un futuro più sicuro, più efficiente e più conforme alle esigenze normative. Ma soprattutto, significa proteggere persone, dati e reputazione in un ecosistema sempre più esposto.
In Key Partner accompagniamo le organizzazioni aziendali in questo percorso di trasformazione attraverso un approccio consulenziale personalizzato. Dalla valutazione iniziale dell’infrastruttura esistente fino all’implementazione di soluzioni tecnologiche all’avanguardia, lavoriamo al fianco dei nostri clienti per aiutarli a costruire un ambiente digitale resiliente e sicuro.
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Domande frequenti
Cosa significa Zero Trust?
Zero Trust è un modello di sicurezza che parte dal presupposto che nessun utente o dispositivo sia affidabile a priori, anche se già dentro la rete aziendale. Ogni accesso deve essere verificato continuamente.
Come funziona un’architettura Zero Trust?
Si basa sull’autenticazione continua, sul principio del minimo privilegio e sulla segmentazione della rete. Ogni componente (utente, device, applicazione) viene validato e controllato dinamicamente.
Quali sono i vantaggi di un modello Zero Trust?
Riduce drasticamente il rischio e l’impatto delle violazioni, migliora la visibilità degli accessi e facilita la conformità normativa, offrendo una cybersecurity moderna e scalabile.
Che ruolo ha lo IAM nella strategia Zero Trust?
L’Identity & Access Management (IAM) è il motore abilitante dello Zero Trust: gestisce le identità digitali, applica le policy di accesso condizionale, verifica i privilegi in tempo reale e automatizza i controlli. Senza IAM non è possibile realizzare i principi di Zero Trust in modo sistemico.
Quali funzionalità IAM sono fondamentali per abilitare Zero Trust?
Tra le principali:
- Autenticazione a più fattori (MFA);
- Accesso condizionale e contestuale;
- Controllo degli accessi basato su ruoli (RBAC);
- Ricertificazione periodica e riconciliazione degli accessi;
- Monitoraggio continuo e autenticazione adattiva basata sul rischio.
Da dove cominciare per adottare Zero Trust nella mia azienda?
Il primo passo è valutare l’ambiente IT esistente: mappare identità, flussi di accesso e vulnerabilità. Poi si definiscono policy coerenti con il principio del minimo privilegio e si introducono strumenti IAM moderni, scalabili e interoperabili. Infine, si implementano il monitoraggio continuo e l’analisi del comportamento.